sabato 13 marzo 2010

La ciotola

Questa è la storia di una famiglia, una famiglia come tante. Un giorno un ragazzo e una ragazza si invontrano, e decidono di sposarsi e mettere su famiglia. Si trasferiscono in un appartamentino, piccolo ma accogliente, e lo arredano con gusto nonostante i pochi soldi. Un giorno la giovane moglie entra in un negozio, e nota una ciotola. Ai suoi occhi era bellissima, di ceramica e tutta dipinta di fiori, e decide di portarla a casa. La sistema davanti all'ingresso, in modo che tutti, soprattutto il marito, la possano vedere. Passano gli anni, prima arriva una bellissima bambina, poi un bambino sorridente. Questi crescono bene, nell'amore della famiglia. Col tempo, il padre aveva preso l'abitudine, rientrando a casa, di buttare le sue chiavi nella ciotola. Negli anni, la ciotola si era un pò rovinata, ma la mamma non ci faceva caso, rimaneva la sua bellissima ciotola.
I figli cresevano bene, andavano a scuola e avevano tanti bei giochi. Il figlio sorrideva sempre, e aveva instaurato un rapporto speciale con la sua mamma, l'amava tanto.
Poi un giorno, il padre urtò la ciotola, che caddè per terra, frantumandosi in tanti pezzi. Provò a nascondere maldestramente la cosa, ma non ci riuscì, e la mamma se ne accorse. Qui arrivarono i pianti, le urla, le accuse...La sua bellissima ciotola era rotta, e per le era ormai irreparabile. Il padre sosteneva che non l'aveva fatto apposta, come avrebbe potuto ? Per lui bastava un pò di colla...La madre continuava a piangere, il padre continuava ad arrabbiarsi, la figlia bellissima era sempre fuori con le amiche, e il figlio sorridente non sorrideva più, era sempre in casa a vedere sua madre che piangeva. Il padre disse allora che tanto valeva buttarla via, se per la madre era davvero irreparabile. Ma la madre si oppose con tutte le sue forze, quella era la sua bellissima ciotola, non poteva essere buttata via. Ma continuava a piangere sui cocci. Un giorno il figlio si stufò, prese la colla più potente che aveva in casa, raccolse tutti i pezzi della ciotola e li incollò insieme. Qualche pezzettino mancava, ma il più l'aveva ricomposta. Per lui era come nuova, e la rimise all'ingresso. Il padre era soddisfatto, aveva visto giusto, bastava solo un pò di colla...Ma la madre non era contenta, continuava a vedere le crepe, e pensava alla ciotola rotta...Passarono gli anni...La madre continuava a pensare a quelle crepe, giorno e notte, come un tarlo che le rodeva l'anima e la mente...Ogni volta che passava nell'ingresso, non poteva non guardare quelle orribili crepe...Non aveva più un attimo di felicità.
Quando la famiglia era riunita la sera davanti al televisore, la madre continuava a guardare il vuoto, assorta, a pensare a quelle dannate crepe. Il marito aveva ripreso a buttare le chiavi, ma stavolta ogni nuova riga sulla ciotola era motivo di pianti e urla...Perchè ogni nuova riga, sebbene insignificante, dava motivo alla madre di rinfacciare la rottura della ciotola da parte del padre. Allora il padre smise di buttare la chiavi. Continuarono a passare gli anni, e l'ossessione per le crepe continuò a crescere, e la madre non pensava ad altro. Il figlio era disperato...Aveva lui reincollato la ciotola, e negli anni aveva provato a stuccare ogni nuova crepa, a lucidare la ciotola, ma nulla...Negli anni iniziò a nutrire un rancore profondo per la madre, che stava rovinando la vita alla famiglia solo per una stupida ciotola. Si accorgeva che anche quando la madre sorrideva, in realtà con la testa era alla ciotola...Anche quando andavano a mangiare fuori, anche quando tutti insieme portavano il cagnolio a spasso sulla spiaggia, anche il giorno del suo diciottesimo compleanno...Anche quel giorno litigarono per la ciotola. Il figlio, che ora non sorrideva più da anni, non capiva come per sua madre una ciotola fosse più importante di lui.
Intanto la madre non viveva più, negli anni aveva sviluppato un odio profondo per il marito, ed era ormai convinta che avesse rotto la ciotola apposta, che l'aveva fatto solo per fargli del male. E che ogni nuova riga era da lui premeditata. E un giorno scoppiò, senza ragione ricominciò a urlare, a piangere senza freno...Il marito era arrabbiato, non capiva il motivo, e continuava a gridare alla moglie che quello che diceva era falso, che non l'aveva fatto apposta, ma non serviva a nulla...La figlia bellissima che ormai aveva 30 anni, ma era ancora in casa, era sempre fuori, al lavoro o con le amiche. E il figlio, che ora frequentava l'università e non ricordava più cos'era un sorriso, non sapeva più cosa fare...

Vorebbe che sua madre decidesse finalmente...O buttare la ciotola, per sempre, o accettare che sia crepata, e farsene una ragione. Ma lei continuava a vivere nel tormento...E come lei tante altre donne/mogli/madri/mamme del mondo.

Come avete capito, la ciotola non centra nulla, è solo una metafora del matrimonio, di tutti quei matrimoni tenuti sù con la colla/figli, e di quel coniuge che non si decide a scegliere cosa davvero vuole.

Io attendo ancora la decisione di mia madre.

C.

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